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03/05/2010

Benvenuti nell’era della creatività…

Filed under: Scritti — Daniele @ 9:38 am

…diceva un certo Earls poco tempo addietro . Mi ha sempre incuriosito la parola CREATIVITA’ ed ogni sua possibile definizione che facesse un po’ di chiarezza su un termine alquanto vago ed approssimativo. Argomenti correlati? FANTASIA, INVENZIONE, IMMAGINAZIONE, ESTRO, BIZZARRIA ed ogni altro scontato, banale e comune accessorio legato soprattutto a processi artistici, termini quindi quasi diametralmente opposti, usualmente, a quelli quali PRATICA, DISCIPLINA, TECNICA, SCIENZA. Gli antichi greci usavano un unico termine, techne, per designare sia l’arte che l’artigianato. Avendo l’avventura di insegnare in una Istituzione di Alta Formazione Artistica, la ricerca della sua meno indistinta spiegazione sarebbe una risposta coerente e precisa a chi (tanti) abusa di questo termine, in primis i miei allievi. Quello di cui non vengo a capo è la capacità di molti studenti di avere delle “idee” straordinariamente diversificate ed affascinanti (a parole), ma assolutamente irrealizzabili e prive di ogni qualità di concretezza ed essenzialità pragmatica. Una sorta di onirismo acritico fine a se stesso (fantasia?). Credo fermamente che questo modo visionario di avere delle “idee” (il fatto di avere un’idea non è di per sé un “evento” straordinario, ognuno di noi ne ha…) stia contagiando un po’ tutta la nostra civiltà, proprio in virtù di una malinteso valore dato al termine CREATIVITA’ di cui troppo spesso ci si riempie la bocca. R. Keith Sawyer, psicologo della Washington University, che ha appena pubblicato un libro sull’argomento “Explaining creativity: the science of human innovation”, Oxford 2006 (Spiegare la creatività: la scienza dell’innovazione umana), insiste nella “normalizzazione” o meglio nella naturalizzazione della creatività. «Non è la magica esplosione di un’idea», dice in un’intervista a Time, «né un flash abbagliante, ma una catena di reazioni che connette molte piccole scintille sparse». Qui troviamo un primo elemento forte, assodato dalla ricerca neurobiologica: creatività come capacità di connettere idee, piani di ragionamento e quindi anche circuiti cerebrali diversi tra loro: in altre parole una forma di ELASTICA INTELLIGENZA.
In un post citai Munari ed il suo libro “Fantasia”. Sarò più preciso. Munari sosteneva che “La fantasia è tutto ciò che prima non c’era anche se irrealizzabile. L’invenzione è tutto ciò che prima non c’era ma esclusivamente pratico e senza problemi estetici. La creatività è tutto ciò che prima non c’era ma realizzabile in modo essenziale e globale. La fantasia, l’invenzione, la creatività pensano, l’immaginazione vede”. Sempre Munari si chiede già nel 1970:
“Come mai la nostra epoca dà simili opere d’arte?
Una scatola trasparente piena di dentiere usate.
Un manichino da vetrina verniciato di bianco.
Una macchina che disegna scarabocchi.
Un quadro fatto rovesciando il colore a caso.
Un tubetto di dentifricio grande dodici metri.
Un particolare di un fumetto ingrandito…
Non sarà per caso lo specchio della nostra società?
dove gli incompetenti stanno al posto di comando, dove l’imbroglio è normale, dove i rapporti umani sono falsi e dove la corruzione è regola.”
Il processo creativo quindi potrebbe essere questo (di anonimo, pieno di poesia e trovato per caso…):
…lo studio porta all’intuizione
l’intuizione si materializza proporzionandosi
le proporzioni si fanno progetto
il progetto si anima col colore
il colore diventa forma e materia
la forma si fa vita con la luce…
Per quello che può contare, sono d’accordo con costoro.

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