Daniele Paolin
– Pittore Scenografo –
Memoria sull’evoluzione di una professione
La professione dello scenografo, nel mio specifico caso, si è sempre divisa fra insegnamento, realizzazione e progettazione della scenografia teatrale. Tralasciando l’insegnamento accademico che è pur sempre una parte importante, ma subordinato ad un’assunzione a tempo indeterminato in ruolo dello Stato, e quindi ad un reddito fisso e tassato, l’attività autonoma è stata incentrata sulla parte più pratica ed artigianale della professione e cioè la pittura e la realizzazione di grandi superfici per gli allestimenti scenici.
Tale attività ha contrassegnato, dopo un lunghissimo periodo di apprendistato, gli anni ottanta fino all’ormai tristemente noto 1996 (anno in cui bruciò il teatro) soprattutto con contratti molto frequenti quasi esclusivamente per La Fenice di Venezia. E’ chiaro quindi che in quel periodo si riscontrassero introiti continuativi di una certa rilevanza.
Una volta distrutta La Fenice ed essendo quindi terminata in quel teatro la produzione autonoma delle scenografie e, con lei, una frequente fatturazione, per qualche tempo ho svolto la stessa attività saltuariamente in qualche ditta privata che si occupava di costruzione e pittura delle scene. Ma in questi ultimi anni, l’uso della pittura è andato tramontando, soppiantato o sostituito dalle grandi immagini proiettate da apparecchi sempre più potenti e precisi per le grandi superfici.
Gradatamente sono passato quindi a svolgere principalmente un’attività di consulenza scenotecnica per il recupero di qualche teatro della zona e, in fase successiva, di progettazione delle scene, anche in seguito ad un certo logorio fisico emerso col tempo a causa della particolare natura del lavoro manuale di pittura svolto a lungo in precedenza (tendinite ai gomiti e problemi alla schiena).
Ma purtroppo nell’ultimo periodo gli investimenti nel settore dello spettacolo hanno segnato un vistoso calo e sempre più spesso gli allestimenti teatrali sono oggetto di scambio fra teatro e teatro o di coproduzione fra più enti: si producono e si progettano sempre meno nuovi allestimenti; ecco allora che le committenze sono sempre più rare al pari delle consulenze.
Per questa serie di motivi gli introiti sono sensibilmente diminuiti e, soprattutto nell’ultimo periodo, sto valutando la seria opportunità di chiudere la mia posizione di professionista autonomo per dedicarmi esclusivamente all’insegnamento.
In fede
Daniele Paolin